Godard #anno1

Napoli
17 novembre – 2 dicembre 2023

La prima grande rassegna italiana in omaggio a Jean-Luc Godard dopo la sua morte dedicata al primo periodo godardiano (1954-1967)

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Nel settembre 2022 il cinema restava orfano del regista che più di tutti in età moderna aveva rivoluzionato le sue forme, concependo la propria produzione come movimento continuo di rinnovamento del linguaggio. Jean-Luc Godard: iniziatore ed esponente di spicco della Nouvelle Vague, dapprima critico vivace, poi capace di inaugurare il cinema moderno e al contempo di tendere al massimo le possibilità dello stesso mezzo cinematografico, facendone così non soltanto – o non più – una sequela più o meno armoniosa di immagini, ma una visione del mondo dialettica e assoluta allo stesso tempo, parziale, se vogliamo scandalosa e provocatoria, carica di pathos polemico e di considerazioni politiche, filosofiche ed estetiche mai banali.

Quello che fa di Godard un unicum nella storia del cinema, quel che di lui seduce ancora, persino rispetto ai suoi “compagni” dei Cahiers du cinéma, è l’essere divenuto da subito un riferimento essenziale per pubblico, critica e artisti di tutto il mondo. Questo è avvenuto per quel suo riflettere continuamente sul cinema in quanto grammatica, con alfabeti e sintassi proprie, e anche per quel mescolare dimensione pop, discorso giornalistico, storia dell’arte e della cultura. La sua portata innovativa è stata talmente debordante da eleggerlo, già dopo i primi lavori, a “maestro”, per la generazione a lui subito successiva, quella dei Bertolucci e degli Scorsese e per tutte quelle a seguire. Ed è ancora amatissimo, divenuti nel frattempo lui, i suoi film e i suoi personaggi iconici e immediatamente riconoscibili anche da un pubblico di giovanissimi.

Un anno, una manciata di mesi, è un tempo risibile per valutare il vuoto lasciato da una tale personalità o per rileggere criticamente la sua avventura artistica in modo esaustivo. Come, infatti, raccapezzarsi dinanzi all’autore di oltre 130 opere, tra film di varia durata, documentari, spot su commissione, in settant’anni di carriera? Cosa dire, e che fare, con quello che fu il primo e privilegiatissimo interlocutore di giganti del ’900 come Pasolini, Sartre, Malraux?
Ma un anno è sufficiente almeno per segnare il punto – e dire: senza di lui il cinema non sarebbe stato quello che abbiamo conosciuto! – e tracciare delle possibili linee di ricerca.

Regista, critico, filosofo, poeta, polemista e mille altre cose, l’opera di Godard, lungi ovviamente dal risolversi in una lista di film, è una mappa complessa, fatta di segni stratificati e non univoci, in cui ogni opera corrisponde a – perlomeno – un intero Paese. Ogni suo film è infatti sede di incontro di arti, linguaggi, luogo da cui partire per attivare connessioni e sperimentazioni potenzialmente infinite. Infaticabilmente generativo, il cinema di Godard è costantemente in relazione con la cultura tutta del suo tempo, senza barriere.

Una rassegna dedicata a Godard non può dunque che immaginarsi come una traccia di lavoro tra le tante possibili, e aprirsi a una visione che implichi da subito la prosecuzione, la diramazione, l’eccedenza. L’opera di Godard è materia di lavoro di una vita, quindi una retrospettiva su di lui non può non proporsi come una retrospettiva permanente.

Concepita quindi come il primo momento di un percorso che si sta appena intraprendendo, GODARD #anno 1, a fare inizio dal 17 novembre e arrivando fino alla notte tra il 2 e il 3 dicembre (giorno di nascita di Godard), concentra la propria proposta di visioni dentro il primo periodo dell’opera godardiana, quello di fatto coincidente con la Nouvelle Vague, che dagli esordi corre fino al 1967, con una sola ma significativa incursione nel Godard più maturo (Le livre d’image, l’ultimo film, ancora inedito a Napoli). Lasciandosi sin da ora abitare dalla suggestione di proseguire, nelle auspicate edizioni prossime, l’avventura attraverso la sua filmografia, passando per il periodo militante 1967-1972 e il periodo sperimentale ancora successivo, e infine spingendosi oltre, cioè fuori Godard, andando a cercare quale sia la sua eredità nel cinema contemporaneo, chi siano i godardiani di oggi.

Dove proiettiamo

Sedici film in sei sale

Crediti

Un’iniziativa realizzata da
Ladoc

A cura di
Armando Andria, Gina Annunziata, Alessia Brandoni, Fabrizio Croce, Salvatore Iervolino, Anna Masecchia, Marcello Sannino

Con il contributo di
Regione Campania – Film Commission Regione Campania

Con il supporto di
Scuola di Cinema, Fotografia, Audiovisivo – Accademia di Belle Arti di Napoli
Scuola di progettazione artistica per l’impresa – Accademia di Belle Arti di Napoli
Dipartimento di Studi Umanistici – Università degli Studi di Napoli Federico II
Institut français